Regia di Pino Mercanti vedi scheda film
Un cowboy, Rudy, ha un conto in sospeso con il ricco e spietato Morrison, che gli ha ucciso il padre. Ma in mezzo ai due si frappone lo sceriffo, deciso a impedire la vendetta.
Uno spaghetti western dei più sgangherati, visibilmente girato in grande povertà di mezzi e soprattutto senza uno straccio di idea plausibile o di qualche interesse. L'ennesima storia di vendetta e giustizia personale che ha per lo meno il 'pregio' di arrivare a filone appena cominciato: negli anni seguenti le pellicole di questo stampo si sprecheranno, verranno prodotte serialmente dal nostro cinema. Su Pino Mercanti c'è poco da dire: modestissimo mestierante attivo dietro la macchina da presa fin dagli anni Trenta, autore principalmente di melodrammi, cappa & spada e prodottini di affine, ridotta qualità, qui esordisce nel genere western e lo fa senza lasciare naturalmente traccia. Marco Giusti nel suo Dizionario del western all'italiana sostiene che contemporaneamente Mercanti girasse anche il 'gemello' (con identico cast e ambientazione, nonchè scene sfruttate per entrambi i lavori) Le maledette pistole di Dallas, per ragioni produttive (coproduzione Italia-Spagna) accreditato invece a Josè Maria Zabalza; anche Tre dollari di piombo, in effetti, figura di Zabalza nella versione spagnola. Misteri che si possono spiegare solamente conoscendo le leggi dell'epoca e gli incentivi da esse previsti per le pellicole girate in Spagna con cast locale, anche in minima parte. I protagonisti qui sono l'americano Fred Beir, non eccelso, Evi Marandi, Francesco Nieto, Richard Saint-Bris, Renato Terra, Luigi Ciavarro: a un passo dall'anonimato. Eppure tanto bastava ai tempi per riempire le sale - o quantomeno per recuperare facilmente le esigue spese sostenute e ottenere quasi sempre un guadagno. 2/10.
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