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Tracks - Lunghi binari di follia

Regia di Henry Jaglom vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tracks - Lunghi binari di follia

di zombi
8 stelle

il titolo aggiuntivo italiano aiuta a capire anche se al principio può fuorviare. jaglom si butta nel filone vietnam e lo fa a modo suo, un pò confuso, ma con una gran bella parte finale. soprattutto è con l'uso di canzoni propagandistiche tutta star spangled banner che inneggiano ai loro ragazzotti delle province più sperdute degli stati, che una volta tornati vivi, ma mutilati di qualcosa nel fisico o nella testa, vengono trattati come devil's rejects. per non parlare poi degli "eroi di guerra" rispediti back home in un vagone ferroviario in una bella box per l'ultima e definitiva dimora terrena, che vengono onorati dal vento e dai becchini. dennis hopper si dona anima e corpo(vi è pure un allucinato nudo integrale full frontal)e il risultato è empatico di un personaggio, di una situazione sociale dell'america molto sentita e problematica dell'epoca(soprattutto) e di sempre. quello che doveva essere un semplice viaggio per accompagnare la salma di un commilitone, di un amico e di un soldato, si trasforma in un viaggio mentale verso la follia. il soldato s'innamora follemente della passeggera stephanie , di un'amore così urgente e travolgente come dovesse essere l'ultimo o il primo dopo mesi di campo di battaglia. quando poi anche la ragazza sente di dover ricambiare l'amore, un  pò come fosse un dovere di donna americana che ha la libertà di manifestare contro quella stessa guerra, tutto nella mente del soldato si guasta irrimediabilmente quando ai funerali dell'eroe d'america, caduto per combattere una guerra così lontana da casa, non si presenta nessuno. c'è una scena molto bella precedente al finale, con tutta probabilità vera, in cui dennis hopper viene ripreso mentre dialoga con la propria mente e piange e sorride alternativamente. lì probabilmente la sua ragione di uomo e quella di soldato hanno smesso di dialogare e la follia della guerra ha preso il sopravvento. sarebbe troppo comodo indicare come referenti principali "rambo" che è posteriore e "la morte dietro la porta" di clark che è antecedente, per me come spettatore. ma sono in effetti i primi che mi sono venuti in mente. tra odio e amore, urlati al vento, non rimane che gettarsi sulla bara, ancora da coprire, aprirla e armarsi per combattere una guerra che purtroppo e oramai è diventata privata e pericolosa. assolutamente da recuperare.

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