Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
La foresta di Arden, il luogo nel quale vagano duchi spodestati e matti, coppie di innamorati più o meno recalcitranti e pastori, filosofi e guerrieri, in As You Like It, potrebbe essere dovunque: è un luogo della mente e del desiderio, come molte altre delle foreste, isole o lande rocciose nelle quali spesso Shakespeare confina gruppi dei suoi protagonisti che si rincorrono, si scontrano o s’incontrano per caso. Nelle tragedie come nelle commedie. Perciò, perché non il Giappone? L’elemento più suggestivo della nuova versione di Kenneth Branagh di As You Like It è proprio quello scenografico (in senso lato, comprendendo anche i costumi e gli ”arredi”): lo sforzo, cioè, fatto per inserire il testo in un contesto connotato con precisione (una colonia britannica nel Giappone di fine ‘800), inseguendo però un’idea di decisa rarefazione. La stilizzazione giapponese frena la “carineria”, oscura il classico rigoglio della foresta, esalta l’eccentricità astratta di personaggi come il ”fool” Touchstone. Gli attori (tutti notevoli, non solo gli shakespeariani doc., ma anche le ragazze e Alfred Molina) possono giocare i bisticci e le tirate su un registro moderno: soprattutto Kevin Kline, nella parte del filosofo Jacques, ha echi e solitudini da pieno ‘900. Un adattamento intelligente, che evita sia le trappole della forzata modernizzazione che quelle della scontata eleganza.
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