Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Shakespeare è sempre affascinante; non è necessario modificarlo o ambientarlo diversamente per renderlo piacevole al pubblico, come pensa di dover fare Branagh. Che in altri casi ha compiuto comunque operazioni più interessanti di questa; non vedo necessità né opportunità per ambientare in un ipotetico Giappone la vicenda, con accorgimenti a volte ridicoli, comunque sempre inutili. Troppo femminile Ganimede (pseudonimo di Rosalinda vestita da uomo) che “si finge” donna per “curare” l’amato: all’epoca la parte era recitata da un ragazzo, rendendo più vivace e vasto il gioco degli equivoci che qui resta impoverito: i primi piani di Haward che cambia espressioni offrono sfoggi di bravura inopportuna mentre avrebbero ben altro senso se recitati da un ragazzo. Tutto troppo pesante, dalla violenza iniziale alle recitazioni spesso farsesche o sopra le righe ad eccessi di realismo folcloristico dell’ambiente naturale, rispetto alla levità della commedia, anche quando (se) suggerisce profondità di riferimenti e di considerazioni, sulla vita e sull’arte…
Se mi decido a dare un voto di (risicata) sufficienza è in onore al voto positivo dato da Emanuela Martini, di gran lunga la miglior critica che ci sia stata alla guida di Film.tv.
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