Regia di Marc Forster vedi scheda film
Stavolta partiamo da un presupposto diverso. Vediamo un'opinione, quella dei tecnici di film.tv, ed interroghiamoci sul perché. Perché dare la sufficienza ad un film simile? Perché ci sono buoni sentimenti? Vero ma occorro cinismo e finale tragico per dare un plauso ad una commedia ed affrancarla dai cliché di genere? No, non può bastare questo. Abbiamo un'idea assolutamente originale: un personaggio *REALE* che sente una voce che narra la sua vita ma che non può comunicare con essa e così scopre di essere protagonista di un romanzo e deve stabilire a che genere appartenga. I medici lo danno per schizofrenico ma quando si rivolge ad un esperto di letteratura (interpretato dal sempre bravo Hoffman) questi trova normalissimo accettare che la voce narrante sia proprio quella di una scrittrice che ne sta descrivendo la vita e così pone delle domande ("hai dei superpoteri?") per giungere alla conclusione, andando per esclusione, che i generi possibili siano solo la commedia o la tragedia. E' di vitale importanza, a questo punto, scoprire che finale avrà la sua vita cercando la scrittrice di questo racconto che si scoprirà essere in preda ad un blocco dello scrittore. In questo meraviglioso mondo dove uno scrittore e la sua creatura riescono a coesistere senza implodere in un paradosso, si assiste alla metamorfosi di un personaggio dai tratti autistici che diviene improvvisamente normale e scopre l'amore. Tutta la sceneggiatura è costellata di avvenimenti singolari; un orologio che impazzisce e comunica con il suo proprietario, dei numeri che ricorrono con maniacale insistenza, degli schemi e dei grafici che vengono disegnati nell'aria e poi cancellati, dei personaggi a modo loro assolutamente originali. Il paradosso in realtà si rivelerà nell'epilogo quando la coscienza degli eventi porterà a dover fare una scelta e quindi a modificare il corso degli stessi. La realtà microscopica secondo cui l'osservatore non può essere indifferente al fenomeno che osserva si rifletterà così nel mondo macroscopico, generando un'esplosione tutto sommato contenuta e piacevole per quanto per certi versi banale. In fin dei conti però, spesso la banalità di un lieto fine è il conforto più ricercato. Se tutto questo non bastasse, c'è una colonna sonora di tutto rispetto e per chi ama sentirsi romantico ogni tanto non c'è di meglio che gustarsi Will Ferrell mentre canta la magnifica Whole Wide World prima di concedersi ad un abbraccio passionale ed andare in dissolvenza, per lasciare il posto alla voce originale di Eric Wreckless. Un film intelligente che presta il fianco a parecchie riflessioni e solletica l'intelletto in maniera stimolante e piacevole. Cast azzeccato su cui spicca la brava Emma Thompson nei panni della nevrotica scrittrice. Decisamente non da sufficienza, una delle commedie più originali nel firmamento cinematografico. Voto: 8.
Stupenda.
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