Regia di Tobe Hooper vedi scheda film
La signora Doyle si trasferisce con i due figli in una cittadina californiana per prendere in gestione l’antica “sala dei funerali”, una struttura fatiscente costruita sopra un cimitero malfamato. I presupposti per capire sin da subito che i tre passeranno dei guai ci sono tutti, e non dimentichiamo che Tobe Hooper è anche il regista di Poltergeist - Demoniache presenze. Qui, a dire il vero, si ricicla un po’ di tutto, dalle saghe delle case infestate ai film di zombi, strizzando l’occhio alla moda nipponica dei ragazzini/bambini ritornanti perché maledetti. Non parte neanche male, questo Il custode. Finché Hooper può gestire una suspense fatta di niente (anzi, fatta di cinema), vale a dire giocata sugli sguardi sospettosi e terrorizzati degli abitanti o sui vuoti silenti che circondano la magione, il film funziona. Quando l’orrore si evidenzia, però, la natura low budget della produzione fa il suo corso, e tutto diventa un “vorrei ma non posso”, con soluzioni quasi grottesche come l’idea dell’alga-fungo, digressione un po’ inutile. Il problema non è se Hooper sia stato sopravvalutato ai tempi di Non aprite quella porta, quanto che oggi siamo troppo abituati ad una estetica de-luxe per accontentarci o ritenere verosimilmente spaventose le scene statiche dell’ennesimo morto vivente all’attacco. Si rischia la parodia involontaria. Pollice medio di stima, quindi, ma il film è deludente.
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