Regia di Karel Reisz vedi scheda film
Film che convive con una sorta di schizofrenico sdoppiamento tra la volontà di creare una figura di eroe maledetto (un peraltro bravo Nick Nolte) e al tempo stesso di lanciare una serie di messaggi contraddittori sull’accettazione o meno di quella linea d’ombra che è l’eterna lotta tra chi la droga la smercia e chi dovrebbe contrastarne l’utilizzo (vedi il solito e inestinguibile filone di poliziotti corrotti che camminano in bilico sulla sottile striscia, nomen omen, della legalità…). Ai tempi un uso così disinvolto della droga (e del suo relativo utilizzo) sembrò tutto sommato normale, oggi probabilmente alcune scene non sarebbero state girate o avrebbero preso una piega differente. Alla fine però ne esce un polpettone di un paio di ore che sembra non voler prendere una direzione precisa e la conseguenza principale è una discesa agli inferi di tutti, cacciatori e cacciati, dove solo la coppia di “sprovveduti” spacciatori della domenica in qualche modo esce indenne da un pirotecnico finale (che comunque rimane la parte più bella del film).
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