Regia di Ángel de la Cruz, Manolo Gómez vedi scheda film
Il vecchio duca Teseo, attratto da sempre nuove invenzioni, trova una sponda nel giovane e impacciato Lisandro ma non nella figlia Elena, che non capisce le bizzarrie del padre. Quando Teseo si ammala perché i suoi sogni non sono più realizzabili per ragioni pratiche, e Demetrio, l’avido, impomatato banchiere si fa garante di un prestito in cambio della mano di Elena, la ragazza affronta, con Demetrio e Lisandro (davvero innamorato di lei), il passaggio nel mondo dei sogni, in cerca della regina delle fate Titania e della fonte dei desideri. La aiutano Oberon, re dei folletti e il pestifero Puck. Prodotto dalla spagnola Dygra, che nel 2001 licenziò il non eccelso La foresta magica (analogamente sostenuto da Eurimages e realizzato con la stessa tecnica 3D), è molto liberamente ispirato al Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Nel passaggio scompaiono Ermia e i rozzi teatranti (qui, un gruppo di animali musicanti che cantano un refrain sul passare del tempo) e l’attenzione insistita è su Elena che (ri)conquista il valore dei sogni. Nel regno astorico dominano architetture da Gaudì di marzapane; in quella fantastica Oberon somiglia a un Obelix con pareo e infradito, e Puck fa il verso al Gollum del Signore degli Anelli. A chiudere l’incongruo eclettismo dell’operazione, Anna Maria “Sconsolata” Barbera, che presta la voce sia a Titania che all’Ape Mostarda, insetto obeso dall’accento calabrese.
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