Regia di Arthur Penn vedi scheda film
Billy the Kid e due suoi compagni vendicano l’omicidio dell’allevatore per cui lavoravano, ucciso da quattro tutori dell’ordine al soldo di un notabile del luogo; Pat Garrett, ex fuorilegge passato dall’altra parte della barricata, deve intervenire. Western meditabondo ed esagitato al tempo stesso; per una volta anche il buon Paul Newman, peraltro con qualche anno di troppo per la parte (il vero Billy morì a 22 anni, lui aveva superato i 30), pecca di overacting. All’epoca poteva sembrare una novità, ma oggi sconta il confronto con il successivo film di Peckinpah, che fa una riflessione molto più matura sul destino contrapposto dei due protagonisti in relazione alla fine della civiltà della frontiera; qui invece il confronto si mantiene su un piano personale, con venature edipiche, fra un “padre” autoritario e un “figlio” ribelle. Ha un certo interesse il personaggio del cacciatore di reliquie, che alimenta il mito a scopo di lucro; ma, prima di arrivare alla perfezione assoluta di Piccolo grande uomo, per l’esordiente Penn la strada è ancora lunga.
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