Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Uno dei primi film importanti di Bergman, ambientato all'inizio del Novecento fra i membri di una troupe ambulante di un circo. Film molto cupo e disperato, con sequenze di umiliazione fisica piuttosto crude e situazioni esasperate che alcuni hanno ritenuto un pò eccessive. Visivamente raffinatissimo, con atmosfere caratterizzate da uno stile barocco ed espressionista (e infatti sono stati fatti paragoni con il cinema di Max Ophuls), conferma una visione assai pessimista dell'esistenza nel giovane Bergman, con personaggi imprigionati in relazioni ripetitive e soffocanti (soprattutto nell'inferno della coppia uomo-donna) e ormai rassegnati a vivere senza amore. Distribuito in Italia con un titolo fuorviante dopo i successi del Settimo sigillo e del Posto delle fragole, non raggiunge il livello di quelle opere successive, ma è ugualmente importante per la maturazione dell'autore a livello contenutistico e formale. Harriet Andersson torna ad avere un ruolo importante dopo Monica e il desiderio, e già lascia il segno grazie al suo talento e ad una sensualità piuttosto spinta per l'epoca; gli altri attori sono poco conosciuti in Italia, ma tutti ben diretti ed efficaci. Tra le sequenze più significative, la seduzione di Anna da parte di Frans con il dettaglio visivo della collana e il finale con la ricomposizione della coppia, pur nell'accettazione dei rispettivi limiti. Il titolo originale significa "La notte del saltimbanco". voto 8/10
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