Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
Ispirato a un fatto di cronaca accaduto nel 1936 (che nel 1974 aveva dato lo spunto per un altro film giapponese, "Abesada - L'abisso dei sensi" di Noboru Tanaka), "Ecco l'impero dei sensi" è, un po' come tutti i film di Oshima, la descrizione di un rito. In questo caso il rito del sesso, ritenuto dal regista come un'altra componente della morte. Del resto, l'accostamento tra eros e thanatos non è di oggi e non è che il mondo aspettasse Oshima per sentirselo ripetere. Oltre tutto in un film di due ore in cui gli amplessi, erotici come un pestone su un chiocciolino su un dito del piede, si susseguono ad amplessi, con lui, sposato, che se la fa con la geisha Sada, la quale, dopo averlo visto trombare una vecchia baldracca, lo minaccia di tagliarglielo se farà sesso con la moglie. Dopo di che il gioco si fa duro: giunti allo strangolamento nel momento dell'amplesso, lei uccide lui (con il suo consenso) strozzandolo, e gli taglia gli attributi sessuali in modo da tenerli sempre con sé. Senza negare alcuni meriti al film di Oshima, come la grande cura formale e l'ambientazione, ben fotografata, nel periodo della dittatura militarista che portò il Giappone alla catastrofe della seconda guerra mondiale, nonché una carica di moralità che emerge dietro le dichiarazioni di immoralità da parte del regista (sottolineate da scene vagamente surrealiste, come quella in cui l'uomo mette un uovo nel sedere della donna e glielo fa deporre come una gallina), "Ecco l'impero dei sensi" è da condannare senza appello per la noia mortale cui sottopone il malcapitato spettatore. Voto: 4.
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