Regia di Alex Infascelli vedi scheda film
L'impietoso ritratto che il film fa del mondo Tv ci voleva. Ogni atto d'accusa verso il mondo finto del cavo catodico è sempre ben accettato. Va ricordato che il cinema non è finzione, ma rappresentazione...è diverso. Infatti Infascelli rappresenta bene, e con gusto disgustoso, paure e deliri di persone massificate con una spietatezza tale che, benchè a volte sia troppo facile, ci lascia sempre spiazzati. Il regista riesce a giocare con le situazioni e sulle atmosfere più che con la totalità della storia, ma è cmq un lavoro apprezzabile, di marchio argentiano, che poteva forse fare di più. Ma in un panorama sterile come quello italiano, è ossigeno! Purtroppo a parte la Buy e Mastrandrea i comprimari e i generici, come al solito in Italia, si vede che recitano, e non hanno l'immediatezza di generici e comparse americani... chissà perchè poi. La presa diretta? Un lavoro diverso? Una coscienza diversa? Ciò non toglie che il film rimane ben saldo nel suo genere e non s'allontana per diventare l'ennesimo caleidoscopio sulla vita dei protagonisti, che hanno sì la loro vita privata, ma che fa solo da cornice al delirio del cavo catodico. E questo, in un cinema di autori a tutti i costi, come lo è quello italiano, è un toccasana.
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