Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Agli inizi del terzo millennio dal Giappone e dalla Corea del Sud è arrivata una sorta di “nouvelle vague” nel genere horror/thriller rivitalizzando il cinema di genere. THE RING (RINGU nella versione nipponica) e i vari epigoni sono stati presi a modello dai soliti americani rifacendone alcuni remake, oggi nomi come quelli di Takashi Miike e Park Chan-Wook sono sulla bocca di tutti, ma sino a pochi anni fa i loro film circolavano solo su internet. Ora, fateci caso, sembra che non escano più loro pellicole, in realtà è l’attenzione di certi media ad essersi esaurita ritenendoli non più interessanti e modaioli. Nel 2000 il prolifico Miike ha girato AUDITION, la storia di un dirigente di una compagnia cinematografica rimasto vedovo con un figlio, decide di risposarsi e con l’aiuto di un amico produttore organizza un’audizione per trovare la sposa ideale. Si innamora di Asami, una ex ballerina molto carina, discreta e gentile, con l’inizio della relazione riaffiora il passato doloroso della ragazza e la sua personalissima elaborazione del dolore. Miike ha realizzato per metà un non thriller, un lungo prologo in cui tutto è normale, pacifico, si potrebbe parlare di un film sentimentale girato con uno stile rigoroso e percorso da una eleganza formale. Nella seconda parte con il lento svelarsi della vicenda privata di Asami, ci si addentra in un thriller sadico e a tratti insostenibile, attraverso i flashback e i flashforward del protagonista esplode la tensione accumulata. Il finale la stempera e potrebbe anche deludere, ma è invece coerente con lo stile minimalista adottato da Miike nel girare questo thriller veramente anomalo.
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