Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
Come la maggior parte delle opere di Zurlini, "Estate violenta" è un discreto film, seppure non esaltante. La guerra costituisce lo sfondo - anche se nel finale irrompe in maniera violenta e brutale - per una storia d'amore mal vista, secondo le convenzioni del tempo (ma anche oggi, chissà...). Per Carlo si tratta si un'esperienza che lo porterà, in ogni caso, a maturare (si fa per dire), tanto è vero che alla fine del film deciderà di non scappare e di andare a presentarsi alle autorità militari. Per Roberta, invece, l'esperienza sarà molto più drammatica e lacerante, perché la donna è messa di fronte ad una scelta tra l'amore e i doveri della propria condizione: di donna più matura, di madre e di vedova di guerra. Come le dice la madre, "hai trent'anni e una figlia, non farmi dire altro!".
Buona la prova degli attori, anche di Eleonora Rossi Drago, diversamente non una grandissima attrice, e di un giovane Trintignant. Ma il migliore, non c'è bisogno di dirlo, è Enrico Maria Salerno, seppure confinato in una parte minore, di fascista incattivito e spaventato. (20/08/2007)
L'estate violenta è quella del 1943. Mentre l'Italia vive il dramma della guerra e dei fatti che, tra il 25 luglio e l'8 settembre, matureranno le condizioni per la guerra civile, a Riccione il ventenne Carlo, figlio di un gerarca fascista che gli ha risparmiato l'arruolamento, s'innamora della vedova di guerra trentenne Roberta, madre di una bambina.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta