Regia di Ambrogio Lo Giudice vedi scheda film
Una favola che attinge da una storia vera. Adele e Marcello, prima bambini di campagna, poi adolescenti disillusi dalla guerra, quindi adulti disagiati. Vivono una buona parte dei migliori anni lontani lontani, dopo che una promessa e un matrimonio celebrato per gioco e per diletto li avevano impegnati l’un l’altro, con tanto di anello di latta a suggellare il rapporto eterno. Nel mezzo del cammin di loro vita ci si infila, oltre alle sfighe e alle ineluttabili pagine del destino, un prete, amico d’infanzia ciccione e folgorato sulla via di Damasco dalla vocazione che, miracolo!, ritroviamo anni dopo nel corpo del comissario Montalbano, alias Luca Zingaretti. L’esordio nel cinema del regista di videoclip e spot pubblicitari Ambrogio Lo Giudice, più che una pellicola per il cinema, appare come un promone di uno sceneggiato televisivo da prime time domenicale su Raiuno. Gracile gracile, decorativo e buonista, rincorre quel rivolo del cinema di Avati che già si fatica a sopportare di suo. Gli attori ci credono e la sorpresa è Marco Cocci: troppo poco per un un’operina che non sceglie né il mélo né l’intimismo, rimuovendo la Storia, compresa quella delle Immagini.
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