Regia di Orson Welles vedi scheda film
Ammetto il mio limite. Non capisco dove sia "l'afflato del genio" in questa favoletta di durata inferiore all'ora, dove Welles ritaglia per sé l'ennesima parte del titano prepotente e perdente. Probabilmente è una metafora sul cinema e sull'attività di regista, così simile a quella di un demiurgo e pure a quella di scrittore. Tanto è vero che questa sfida col destino trova origine in un racconto di Isak Dinesen alias Karen Blixen. Bella la fotografia a colori, bella una quasi sfiorita Jeanne Moreau (di cui s'intravede fugacemente il nudo), ma non si capisce perché Welles abbia girato (anche per la tv, fra l'altro) per una durata così breve. A meno che, non avendo poi quel granché da dire, il vero colpo di genio sia stato proprio questo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta