Regia di Doug Liman vedi scheda film
Ho sempre avuto uno strano rapporto con i film di azione, con quelli interpretati da Matt Damon poi, direi anche più che strani, ero quasi refrattaria agli stessi. Poi è toccato al mio compagno scegliere un film una sera ed eccomi qui a guardare il primo film della serie su Jason Bourne (che poi compare anche nella lista dei cento film da vedere almeno una volta nella vita che mi è stata regalata qualche tempo fa), ex agente della CIA protagonista dei romanzi di Robert Ludlum a cui si ispira la sceneggiatura di Tony Gilroy; devo dire che è stato meno peggio di quanto mi aspettassi.
Pur non trovando attrattiva verso i film d’azione che non provocano in me entusiasmo di nessun genere, la trama della pellicola di Doug Liman riesce ad essere coinvolgente (ai minimi termini) pur possedendo elementi banali e situazioni prevedibili.
L’azione è presente ma non detiene lo scettro di unicità all’interno di una pellicola che possiede anche caratteristiche almeno in parte sentimentali e quel “non so che” tipico delle pellicole thriller, spuntando ogni tanto un qualche gesto o situazione che ti lascia dire: “mah, non l’avrei detto”, pur riportandoti poi, un attimo dopo, esattamente al centro di una banale trama da film d’azione.
Basandosi sul potere di un personaggio carismatico, come può esserlo il misterioso Jason Bourne, di cui alla fine del primo film si sa ancora poco niente, capisco la necessità del pubblico medio di volerne seguire le vicissitudini per altre tre pellicole, cosa a cui non intendo minimamente cedere.
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