Regia di George Cukor vedi scheda film
La traduzione corretta del titolo avrebbe dovuto essere "amore tra ruderi", cioè tra due settantenni che si erano amati intensamente da giovani, entrambi poveri. Lei ha sposato un ricco, rimasta vedova dapprima inconsolabile ha trovato conforto in un giovane bellimbusto che le ha chiesto di sposarla; lei dopo un momento di infatuazione ha capito che lui era vuoto e solo interessato al suo denaro ed ha rotto il fidanzamento; lui chiede ingenti danni; lei si rivolge a un celebre avvocato, che è proprio il suo antico innamorato, che non ha smesso di amarla da allora. Qui inizia il film. Lei finge di non ricordare, per irritarlo e provocarlo a metterla in cattiva luce di fronte alla giuria. Lui si irrita, è innamorato ma anche indignato, anche arrabbiato, anche geloso… Come avvocato vuole che lei si presenti in tribunale in aspetto dimesso e senza mascherare la propria età, per convincere la giuria che il giovane non poteva essere innamorato di lei, ma solo del suo denaro; lei invece si presenta più splendida che mai, l'avvocato se ne irrita, ma ne è vistosamente affascinato, e fa una arringa in cui si rivela tutto il suo amore… non so quanto l'arringa potesse credibilmente far cambiare opinione alla giuria, ma nell'economia del film va bene così: è il pubblico la giuria che conta, e ormai è persuaso; il film in fondo ha per tema i ruderi, regista e attori, è una nostalgica rievocazione… Non credo che si debba gridare al capolavoro cinematografico… ma è un capolavoro di tenerezza e di grande recitazione, su un testo intelligente e brillante, ottimamente assecondato e condotto da un Cukor in forma smagliante come i suoi due protagonisti.
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