Regia di Massimiliano Bruno, Edoardo Leo vedi scheda film
Vi ricordate quando ci fu un tempo in cui i film si facevano a episodi? Alcuni li ho adorati a dir poco. Mi piaceva il senso di passare da una storia all’altra, traslando ambientazioni e personaggi che spesso mutavano di contesto pur restando gli stessi ed altre volte invece cambiavano attori, situazioni e personaggi, rendendo il tutto un piacevole calderone in cui si veniva coinvolti e di conseguenza avvolti da sensazioni piacevoli e rilassanti in cui non vedevi l’ora di tornare.
Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo azzardano un ritorno ai tempi belli e fanno flop. Vero è che non si replica il passato, proprio mai, e nel cinema men che meno; vero anche che non tentano nemmeno di ricostruire quelle atmosfere, e c’è da dire che questo è un punto a loro favore (l’unico a dire il vero), ma tentano piuttosto di lasciarsi ispirare da quelle pellicole di cui non riescono a cogliere ne le atmosfere ne le sensazioni.
Quattro episodi, che raccontano quattro feste: Natale, Capodanno, San Valentino e l'8 marzo. Ognuno con diversi attori e conseguenti personaggi che vivono queste giornate a loro modo. L’idea di fondo sarebbe forse anche carina, non fosse che si scade presto in una retorica piena di luoghi comuni e cose sapute. Insomma non c’è niente di nuovo o di mai raccontato ma solo una sequenza di fatti e situazioni da sempre raccontate: amanti, fratelli che si odiano, donne che si umiliano pur di pensare alla carriera, ricchi che odiano i poveri; laddove non è solo la monotonia degli argomenti che stanca ma anche il modo piatto in cui si decide di raccontarli.
Quella che doveva essere una visione piacevole, per una domenica pomeriggio leggera, diventa una sequela di narrazioni soporifere che non intrattengono mai. Nota di merito per il monologo, sul finale, di una giovane stagista (Ludovica Martino) che ci ricorda un attimo un attimo il valore della donna, senza perbenismo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta