Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Equilibrio perfetto tra palco e realtà.
Film che riesce a muoversi in perfetto equilibrio tra il palco e la sala, tra la vita e la finzione fra il teatro e la realtà. La coesistenza tra la leggerezza comico-drammatica di Ficarra e Picone e la presenza attoriale e quasi autoriale di Servillo non è mai forzata ed è dosata nel modo più funzionale al film. Da un lato le velleità artistiche di due cassamortari che tentano di trasformare delle persone normali in attori che vorrebbero essere drammatici pur sapendo che il pubblico vuole ridere di loro e con loro. Dall’altro la stasi creativa di un maestro della letteratura che sta distruggendo il realismo per portare il teatro verso posti oscuri e in un certo senso minacciosi. Pirandello vive inconsciamente la presenza di questi personaggi in cerca d’autore che non riescono a trovare la loro dimensione drammaturgica. Egli dovrà passare da questi modesti ma vitali teatranti del suo paese natio per riuscire a capire quello che ha dentro. Quello che accade in quel piccolo teatro, la storia che dovrebbe essere drammatica ma che facilmente si mette a parodiare quello che da anni è il “cattivo” del paese nemico dei due in quanto vende illegalmente i loculi del cimitero a più persone. Tutti capiscono il bersaglio reale della satira ma quando il diretto interessato tenta di interrompere la recita, il pubblico nega il legame con il personaggio principale. Lo scambio tra sala e palco è completo e il teatro diventa il luogo della resa dei conti, il paese è tutto lì mettere in scena tutte le relazioni pericolose del piccolo borgo. La vita irrompe e lo spettacolo non può continuare ,la prima resterà l’unica rappresentazione di un dramma che attraversa la commedia ma che alla fine ritorna al dramma amoroso. La relazione sentimentale di uno dei due autori con la sorella dell’altro, di cui è gelosissimo, farà finire il sodalizio e nascere un amore. Pirandello prende nota e sei mesi dopo inviterà alla sua prima i due sfortunati teatranti che assisteranno al rifiuto da parte del pubblico di questo esperimento meta-teatrale del maestro siciliano. Piccola grande opera nella quale si riflette sull’arte e sulla vita dove stare sopra o sotto il palco non fa differenza e dove anche i nostri due attori dilettanti possono essere in cerca della fantasia di un grande autore.
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