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TÁR

Regia di Todd Field vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su TÁR

di GroovyNowhere
8 stelle

Tár: il cripto horror, lo zen e l'arte dell'interpretazione cinematografica Quello che penso del film diretto da Todd Field e interpretato da Cate Blanchett

Tár: il cripto horror, lo zen e l'arte dell'interpretazione cinematografica

 

Questo lungo lungometraggio è un film indubbiamente complesso e stratificato, il che già di per sé sarebbe un motivo sufficiente per scriverne. Ma quello che mi spinge davvero a scrivere la mia interpretazione è avere trovato critiche poco soddisfacenti online, il che mi ha portato a scrivere la mia. Che non riguarda questioni di gender, cancel culture, abusi di potere. La mia interpretazione si focalizza su altro; chiaramente nel film sono presenti anche i temi che ho appena nominato, ma dal mio punto di vista sono incidentali al tema portante del film. La critica ha preferito concentrarsi su aspetti che nella mia interpretazione sono più che altro periferici, ma questo mi era già successo quando scrissi la mia recensione a Ti guardo (titolo originale: Desde alla) che potete trovare qui //www.filmtv.it/film/80561/ti-guardo/recensioni/853743/#rfr:user-49868

Cate Blanchett

TÁR (2022): Cate Blanchett


Direi che Tár è il secondo cripto horror che vedo, dopo Il sacrificio del cervo sacro; un genere molto promettente, a giudicare dai risultati. Se non conoscete questo genere, non vi preoccupate: il termine l'ho coniato io alla fine della visione del film di Lanthimos. Vuole significare semplicemente che il film è un horror che nasconde i suoi elementi orrorifici. In questo caso ci sono alcune scene che si prestano a varie interpretazioni (il metronomo chiuso in un armadietto e azionato da qualcuno di cui non sappiamo l'identità, l'urlo nel parco che non sappiamo chi abbia lanciato) e altre fugaci ma più esplicite: la figura di una ragazza appare in varie scene, e in un paio di esse appare in un modo che lascia chiaramente intendere che sia un fantasma; rimando all'interessante articolo di D. Kois in cui si possono trovare varie immagini esplicative. La ragazza in questione sicuramente è Krista, la giovane disperata rimasta senza lavoro e senza una carriera dopo il suo incontro con la protagonista Linda/Lydia Tár; Krista si è suicidata e la notizia giunge alla direttrice d'orchestra nel corso del film. La ragazza è forse tornata per tormentare e rovinare la carriera della brillante, potente, determinata protagonista?

scena

TÁR (2022): scena


Questo cripto horror si presta a una interpretazione psicologica, poiché rappresenta la contrapposizione nella vita di Lydia dell'apollineo e del dionisiaco. O meglio, rappresenta l'irrompere del dionisiaco, dello ctonio nella sua vita perfetta, controllata e votata all'estetica. Lydia dedica tutta sé stessa a esaltare la bellezza della musica, una bellezza trascendentale come ha imparato nei sui studi delle tribù amazzoniche. Però per potere arrivare a esprimere tutta questa bellezza, occorre un sapiente mix di studio, strategia, controllo - in altre parole, dedicarsi solo all'apollineo. Il direttore d'orchestra è colui che addirittura controlla il tempo; e per arrivare a questo ideale Lydia non si è sottratta a nulla, ha fatto tutto ciò che era necessario, anche usare tattiche per arrivare al ruolo in cui è ora. E per questo ruolo apollineo non ha fatto posto allo ctonio, che ora si ripresenta intrusivo portato dal fantasma di Krista. In questo senso va interpretata l'intrusione della vicina di pianerottolo che sembra una barbona, la visita alla sua casa sporca da cui Lydia è inorridita tanto da sentirsi sporca, e dunque contaminata. E anche la scena in cui la protagonista scende nei sotterranei della casa di Olga, la sua nuova musicista prediletta, allagata (l'acqua è un simbolo dell'inconscio in molte interpretazioni psicanalitiche classiche) e in cui risiede un animale-mostro minaccioso, a simbolo dei mostri che risiedono nel rimosso, nell'inconscio, nello ctonio. La scena dello sgraziato canto accompagnato dalla fisarmonica è il cedimento di Lydia al dionisiaco, dopo decenni impegnati solo a raggiungere l'apollineo. Per questa contrapposizione ho citato lo zen nel titolo, prendendo in prestito il titolo del famoso libro di R.M. Pirsig.

Cate Blanchett

TÁR (2022): Cate Blanchett


L'inevitabile crisi che Lydia vive per l'irruzione dionisiaca rompe la sua sfera dorata: perde sua moglie e la sua carriera, in una drammatica scena in cui attacca fisicamente il direttore d'orchestra che è stato chiamato a sostituirla. Io non interpreto la parte finale come un sogno o una visione masochista come fanno alcuni, nella mia interpretazione tutto succede realmente. Lydia torna nella casa abbandonata dei suoi genitori, ed ha un dialogo molto rivelatorio con suo fratello, che chiaramente la conosce bene: "Sembra che tu non sappia né da dove vieni né dove stai andando". In effetti in questo smarrimento, la protagonista ritrova una vecchia videocassetta in cui può risentire il maestro Leonard Bernstein spiegare come il movimento della musica sia capace di suscitare emozioni.

L'emozione, ma anche la creatività. sono legate anche all'inconscio, ed è come se Lydia, così concentrata sul controllare e quindi dirigere, abbia dimenticato due aspetti importanti della musica: il fuoco della creatività, la capacità di suscitare sentimenti. Colta l'occasione di lavorare in Asia, Lydia è in grado di trovare un nuovo equilibrio, più a contatto con lo ctonio, la creatività e le emozioni. In questo senso interpreto il rigetto della massaggiatrice-geisha numero 5 (non solo apollinea, ma anche riecheggiante della quinta di Mahler appunto), la citazione ai coccodrilli di Apocalypse now e il finale con la direzione delle musiche di Monster Hunter. Una direzione che non solo abbandona la pretesa, colma di superbia, di controllare il tempo attraverso l'utilizzo delle cuffie - che probabilmente riproducono il suono di un metronomo; ma segna anche una accettazione dello ctonio, come mostra la carrellata finale sui cosplayer vestiti da personaggi del già citato videogame. Personaggi che interpreto come la comparsa in superficie, e dunque l'accettazione, dello ctonio e dell'inconscio.

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