Regia di David Slade vedi scheda film
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Nel paesino rurale dell’Illinois conosciuto come Bastion, ad inizio anni ’60, un singolare e tetro rituale vuole che tutti i giovani studenti si prodighino, durante la notte di Halloween, a dare la caccia ad un essere mostruoso proveniente dai campi di grano che circondano l’abitato, e che costituiscono la principale se non unica fonte di sostentamento dell’economia locale.
Digiuni da tre giorni, i ragazzi, galvanizzati a dovere, e di regola impossibilitati a lasciare la cittadina locale presidiata dalla polizia, cercheranno di eliminare il mostro, un essere inquietante con la testa cinta da una zucca ed un incedere mosso da odio e da risentimenti che lo inducono ad essere pericoloso e molto aggressivo.
Nel 1962 è Jim Shepard che riesce nell’impresa di uccidere la creatura, e grazie a ciò riceve in premio, come da programma, una nuova bella casa destinata ai genitori, ed una fiammante Chevrolet Corvette che utilizza per lasciare il villaggio.
Infatti a tutti i vincitori è consentito eccezionalmente di lasciare la città e partire per una nuova avventura di vita.
L’anno successivo, il sensibile e Richie, fratello minore di Jim, compiuta la maggiore età, aspira come i suoi coetanei ad aggiudicarsi pure lui il premio, anche se, essendo fratello del precedente vincitore, pare in qualche modo osteggiato e sconsigliato a prender parte alla consueta mattanza di inizi novembre.
Invaghitosi di una coetanea di colore che lavora come cassiera in un cinema, il giovane diventerà dapprima paladino dei diritti della ragazza, bullizzata e derisa dalla comunità per le sue umili origini e per la razza considerata come un ostacolo alla propria integrazione in quel luogo, e poi finirà per divenire un membro attivo nella caccia al mostro, fino a scoprire i veri ed agghiaccianti retroscena che si celano dietro quel macabro rituale sacrificale perpetrato ormai da anni in quel luogo maledetto.
Torna a far cinema il regista del validissimo 30 giorni al buio, ovvero David Slade, che traspone sullo schermo un romanzo di Norman Partridge che pare cugino primo, per tematiche ed ambientazione (che ricorda Grano rosso sangue) delle opere di Stephen King, e che dirige un horror bislacco e altalenante che, tuttavia, alla fine convince e riesce ad acchiappare l’attenzione grazie ad un ritmo sostenuto e ad un mistero che, fino alla fine, riesce a mantenere una certa suspense e a sciogliersi in un finale davvero pessimista e disperato.
Sullo sfondo una provincia americana povera e piena di superstizioni che riesce sempre a rivelarsi inquietante e a rivelarsi il regno ideale di mostri veri o inventati da una umanità devastata e sprofondata su se stessa e su un passato di atrocità e sofferenze.
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