Regia di Stefano Cipani vedi scheda film
Piccolo e soprendente film, opera seconda di Stefano Cipani, che in questo lavoro si appoggia a un testo teatrale, "La Palestra" di Giorgio Scianna, e gioca, evidentemente, in sottrazione, muovendo la camera intorno ai cinque unici attori presenti. Il parquet di una vetusta palestra di periferia diventa quindi il palco di un teatro dove viene messa in scena la decandenza e la volgarità della società attuale, almeno nella sua gran parte. Uno stupro fra minorenni, richiama alle loro responsabilità i genitori, convocati dalla preside della scuola in una riunione improvvisata nella palestra di cui sopra. Cinque ottimi attori italiani, dalla Mezzogiorno a Rubini, da Santamaria alla Finocchiaro, imbasticono un viaggio in un gorgo sociale e umano, che sa un po' di Polanski quando chiude i suoi attori in una stanza, dove la disgregazione, la frantumazione dei valori, tutti, porterà a generare mostri proprio dalle "persone per bene", come si autodefiniscono i personaggi. Un film che cattura quasi subito, pur nell'assenza di una vera e propria trama, anche perché gli sviluppi sono molto interessanti: chiaramente è un film-teatro, per cui astenersi amanti degli action movies et similia. Tutti bravi, bravissimi, e un grande senso di amarezza che rimane a lungo anche a visione completata. Molto bello.
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