Regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco vedi scheda film
Capolavoro del cinema povero, nel quale la trama è praticamente inesistente: tre balordi devono assecondare i voleri di un capo mafia che attende un parente d'oltreoceano per alcuni giorni.
Completamente libero e cattivo, inframmezzato da inserti con personaggi eccentrici al racconto, il primo lungometraggio di Ciprì e Maresco, venuti dalla Cinico-Tv della terza rete Rai, ha molti momenti memorabili: la scena iniziale, con l'uomo che si toglie l'occhio di vetro; un individuo che paga per avere amplessi con una mula; un altro che soffre di meteorismo e ripete in continuazione "certamente"; la scena del funerale e l'uomo in mutande che conta gli spettatori e dissacra il film stesso ("Questo film fa schifo", sentenzia). Cadenzato da scene con uomini grassi in mutande e calzini corti, statici come lampioni, parlato in siciliano stretto tanto da richiedere l'ausilio, in alcuni momenti, dei sottotitoli ed interpretato solamente da uomini (che fanno anche la parte delle donne), il film è una pietra miliare per stomachi forti ed estimatori del rutto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta