Regia di David McNally vedi scheda film
Le ragazze, belle e provocanti, hanno come unico palcoscenico il bancone del bar. Giocano con i desideri dei clienti e, senza tormenti, con i loro sogni di fanciulle in fiore bombardate dalle mitologie contemporanee. Tra piccole donne e l’apprendistato alla lap dance. In mezzo ci può essere l’amore, un talkshow, un format televisivo, le sfilate della moda. Oggi conviene sognare solo quello che viene messo in vetrina dai media e dai giornali. Violet (la graziosa Piper Perabo), per cogliere l’attimo e avere successo, deve, come il Travolta di qualche anno fa, sfidare la tentacolare New York, arrivando dal New Jersey. Balla e serve acrobaticamente cocktail per pagare le spese correnti. Vorrebbe diventare autrice di canzoni e compone le sue melodie sul tetto di casa. Ha il terrore di esibirsi in pubblico. L’energia ormonale dei film prodotti da Jerry Bruckheimer cambia sesso e si focalizza, questa volta, sulle donne. Gli sceneggiatori e il regista, un debuttante, citano e copiano con disinvoltura, impongono un ritmo accelerato e scanzonato. Essere originali nell’epoca della riproducibilità seriale è una debolezza poco virtuosa. Propp gongola e il cinema diventa il catarifrangente della vita. Il reparto degli specchi non è agibile.
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