Regia di Betty Thomas vedi scheda film
La sceneggiatrice Susannah Grant (“Erin Brockovich”) e la regista Betty Thomas hanno realizzato uno spot su come Hollywood vede il mondo degli alcolizzati e, in generale, di coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti. Non avendo nulla da spartire con la cruda realtà di un film come “My Name Is Joe”, “28 giorni” ci mostra come è possibile uscire velocemente dal tunnel, in centri belli e impossibili come “Serenity Glen”. Certo, qualcuno non ce la fa, ma sono dettagli; Gwen Cummings, giornalista di belle speranze, che ha alle spalle un’infanzia triste e una madre etilista, dopo aver rovinato la cerimonia di nozze della sorella e distrutto una villetta con giardino guidando ubriaca una limousine, in 28 giorni di ricovero coatto ridisegna la sua vita e raggiunge la sospirata sobrietà. Riesce persino ad allontanare il suo amato fidanzato Jasper, che sembra il demonio in persona, pronto a tentare con le sue malie e le sue droghe la virtuosa Gwen. Nel mondo reale le cose vanno in maniera differente, ma questo è un film, anzi una commedia, e perciò tutto è permesso, anche una visione adulterata della vita, peccato che, anche come commedia, le cose non vadano poi tanto meglio, con una Bullock monocorde, e poco credibile nel ruolo di alcolizzata.
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