Regia di Nikole Beckwith vedi scheda film
Tanto più velocemente evolve una società,quanto le abitudini che la contraddistinguono stanno al passo, trasformandosi – anche radicalmente – seguendo tempistiche strette. In egual modo, sebbene alcuni desideri da soddisfare possano rimanere intatti al passaggio del cambiamento, il loro conseguimento diventa ottenibile anche percorrendo vie traverse.
Insieme per davvero affronta un argomento ad elevata sensibilità qual è la gravidanza tramite utero in affitto, che crea spaccature eclatanti tra sostenitori e detrattori, ricorrendo a uno stile smaccato che, almeno a lungo andare, può risultare fastidioso, ma possiede anche il pregio di porre in risalto delle criticità che attanagliano un numero sempre maggiore di individui, in tanti casi accettandone la presenza come se fosse semplicemente parte integrante di un’inevitabile nuova normalità.
Giunto all’età di quarant’anni senza avere una compagna ma con un impiego remunerativo, Matt (Ed Helms – Una notte da leoni) decide di diventare padre pagando lautamente Anna (Patti Harrison - ZIWE) affinché porti in grembo quello che diverrà suo figlio.
Matt e Anna sono estremamente diversi per esperienze precedenti, stile di vita adottati e prospettive future, ma durante questa loro relazione forzata, tra un battibecco e un chiarimento, impareranno qualcosa che potrà tornare utile a entrambi.
Together together - tradotto da noi con uno stucchevole e fuorviante Insieme per davvero – possiede i tratti salienti del feel good movie marchiato Sundance. È loquace al punto da risultare logorroico, espone allo scoperto i sentimenti con attitudini espansive, riesce a essere talvolta brutalmente tranciante ed entra in gamba tesa su questioni usualmente affrontate smussandone gli angoli.
Quindi, la regista e sceneggiatrice Nikole Beckwith (Stockholm, Pennsylvania), impostando il percorso sulla scansione di una gravidanza fuori dai canoni prevalenti, ripone sul piatto il tema ma poi la bilancia pende dall’altra parte, ossia sulle condizioni in cui vivono sempre più persone, i malesseri e i grattacapi con cui sono costrette a rapportarsi quotidianamente.
In pratica, potrebbe essere definito romanzo di definizione (siamo in età un po’ avanzata per parlare di formazione e persiste pure un’evidente dose di precarietà) e ha un’ossatura piena di dossi, che rilascia aromi di vario tenore balzando da un confronto all’altro, toccando vari argomenti con considerazioni diversificate, che vedono sommariamente gli uomini immaturi/incompleti e le donne emancipate, che cercano/assaggiano la novità.
Comunque sia, alla fine, offre il suo meglio quando costringe lo spettatore a fare i conti con la diffusa e preoccupante difficoltà della gestione dei basilari rapporti umani, quando illustra come la solitudine sia in paurosa estensione, questioni che nell’era del covid riguardano da vicino un numero in costante aumento di persone.
Detto che Ed Helms evidenzia con disinvoltura gli imbarazzi e le inadeguatezze riscontrabili in tanti uomini, che sullo sfondo compaiono alcune guest di rilievo (Tig Notaro – One Mississippi, Fred Melamed – A serious man) e che i contrappunti musicali risultano essere invadenti, Insieme per davvero è, in conclusione, un dramedy buffo e instancabile, concentrato sul – ridondante - movimento dare/ricevere veicolato dai due protagonisti, sulla ricerca della felicità, che non deve per forza prevedere schemi fissi, offrendo una preziosa occasione di riflessione, purtroppo rilegata con un taglio smodato, tra spirito indipendente, ruffianerie svergognate ed eccessi sdolcinati/calorosi/affettuosi.
Appiccicoso, con stimoli occasionali che non dovrebbero lasciare indifferenti.
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