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Anonymous Animals

Regia di Baptiste Rouveure vedi scheda film

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La recensione su Anonymous Animals

di alan smithee
8 stelle

BE AFRAID HORROR FEST 2020
Il raffronto tra la società umana stratificata in classi e ruoli, e quella "al naturale" del mondo animale, al contrario libera da vincoli che non siano connaturati all'istinto o da indifferibili leggi naturali, ha avuto in passato diverse occasioni per essere trattate, a partire dal mondo dei fumetti, con l'antropomorfizzazione di animali altrimenti da compagnia, adattati ad una società altrimenti completamente umanizzata (vedasi Disney e i suoi paladini) a romanzi altamente evocativi e ad alto tasso di satira/denuncia sociale sulla prevaricazione del più astuto e prepotente, a scapito del più onesto e pacifico (La fattoria degli animali di George Orwell meglio di ogni altro ne diventa ufficiale rappresentante).

Nel teso, inquietante, spiazzante Anonymous Animals, del francese Baptiste Rouveure, autore altresì di uno script completamente muto nei dialoghi, sostituiti da lamenti, versi gutturali e grida di orrore e sofferenza altamente evocativi di una apocalisse che travolge ruoli e regole ormai appannaggio di una specie prevaricante e violenta come è quella umana, soprattutto se vista da un punto di vista esterno ed isolato, i ruoli si ribaltano e gli animali sono coloro che gestiscono il potere, rappresentato dalla gestione della fattoria, mentre gli esseri umani sono il bestiame, impaurito, incatenato, seviziato, sfruttato fino a finire in pasto di una bramosia che, osservata a ruoli invertiti, riesce davvero a dare una idea molto precisa dell'orrore che ne deriva.

Si perché se a volte la pur candida espressività degli animali non è sufficiente a rendere "umana" e tangibile la sofferenza e lo stress devastante a cui sono sottoposti quasi sempre gli animali da allevamento e sfruttamento, il fatto di vedere una umanità sofferente, smarrita, diffidente e perennemente pronta al peggio, relegata a dipendere in tutto dalle azioni, dagli umori, e dalle vicissitudini, fino al più sadico ludibrio (le lotte con scommesse con umani al posto dei cani) di chi ora sta al comando, destabilizza, ferisce, produce nello spettatore, che è occhio terzo ma tutt'altro che insensibile alla circostanza, un palpabile senso di orrore e di angoscia da caduta negli inferi, da incubo ad occhi aperti da cui è impossibile risvegliarsi.
Non meno angosciosi appaiono gli animali dominanti e padroni, che non rinunciano ad abbigliarsi alla stregua degli umani della dimensione che conosciamo, e che si distinguono nel tratto estremo del capo delineando figure sinistre ed inquietanti che paiono uscite da un incubo lynchano.
Un film davvero sconvolgente, ma anche notevole. 
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