Regia di Curzio Malaparte vedi scheda film
Scremato da inevitabili esondazioni retoriche - ricordiamoci però che il cinema all'epoca da quella impostazione partiva -, il film descrive con equilibrio e terzietà il clima da resa dei conti in cui visse la fragile democrazia italiana nata sul cambio di casacca di gran parte della popolazione e della classe dirigente. Amaro il calice di chi pagò sulla pelle propria e dei propri cari le pene del regime e poi ne vide i suoi vecchi sostenitori vivere placidamente nella repubblica anti-fascista, come se nulla fosse stato. In un tale contesto Malaparte affronta il tema della vendetta, del rapporto tra questa comprensibile esigenza umana ed i limiti della coscienza individuale, della morale anche religiosa che chiede di chinare il capo, di sopportare. Poveri Cristi e per questo proibiti, sono coloro destinati a subire il prezzo di ogni cambiamento sociale, ottenendone poco o nulla in cambio. Ma la violenza non è la soluzione.
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