Regia di Jóhann Jóhannsson vedi scheda film
LUCCA FILM FESTIVAL & EUROPA CINEMA
Da un futuro così lontano da apparire inquantificabile, giunge un messaggio da parte di una specie evoluta che avvisa l'umanità dell'imminente fine della specie umana, a causa della repentina disintegrazione del Sole.
La solitudine che sbaraglia, che apre squarci di angoscia e lacera chi non può far altro che accettare l'inevitabile, ovvero tutta la specie raziocinante, si palesa come un grido, una supplica, una amara accettazione dell'inevitabile.
Tratto da un noto romanzo di fantascienza omonimo del 1930 di Olaf Stapledon, Last and first men è l'unica avventura cinematografica del musicista islandese Johann Johannsson, scomparso prematuramente a nemmeno cinquantanni nel 2018.
La voce narrante malinconica ma sublime di Tilda Swinton scandisce quello che diviene un requeim per la razza umana, mentre sullo schermo immagini futuristiche suggestive, inquietanti e decadenti nelle loro geometrie aguzze e senza tempo, nei giochi d'ombra unici e sbalorditivi, si prestano a preparare la strada di una fine inevitabile.
Inquietante nelle immagini in sequenza di forme prismatiche che talvolta si concedono a soluzioni più ammorbidite, complesso, suggestivo, non proprio adatto a tutti i punti di vista.
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