Regia di Luca Boni, Marco Ristori vedi scheda film
Quinta regia dei toscani Boni & Ristori, di nuovo patrocinati da Uwe Boll. Questa volta, grazie alla bella sceneggiatura di Raffaele Picchio (Morituris), i due registi realizzano un film in cui l'atmosfera e le valide interpretazioni sopperiscono alla prevedibilità di un soggetto più volte sfruttato cinematograficamente.
Connecticut. Il fotografo John (Andrew Harwood Mills), assieme alla moglie Kate (Lucy Drive), decide di trasferirsi in una casa di periferia, distante dal centro abitato. Soluzione dettata, principalmente, da necessità economiche. Kate rimane incinta e le cose sembrano andare nel migliore dei modi. Sette mesi dopo, però, John inizia a fare strani sogni, mentre Kate è convinta di intravedere una bambina aggirarsi per la casa. Durante un incontro con il pastore locale, padre Andrew, Kate apprende dei tragici avvenimenti accaduti alla famiglia Macknamara, i precedenti inquilini dell'abitazione: William ha ucciso a martellate la moglie, e impiccato la figlia. Ma, cosa ancora più inquietante, la moglie dell'uxoricida in precedenza si era confidata con il parroco, temendo che il marito fosse posseduto da un'entità malvagia.
Come sempre patrocinati da Uwe Boll (in ruolo di coproduttore), i due registi toscani (Luca Boni e Marco Ristori) si affidano alla sceneggiatura di Lorenzo Paviano e Raffaele Picchio (già autore degli interessanti Morituris e The blind king). Stabilita la suggestiva location (una villa in periferia di Firenze) e ingaggiati due bravissimi attori (eccezionale, e con un look unico Andrew Harwood Mills; molto brava e convincente Lucy Drive), i due cineasti girano un thriller psicologico non certo originale (ricorda molto Shining, per la graduale mutazione malvagia del protagonista) ma ben costruito e carico di inquietante mistero. Una scelta che va controtendenza, avendo in precedenza realizzato la serie Zombie massacre (Eaters, Apocalypse Z e Reich of the dead). Un mutato stile di regia che denota, da parte degli autori, una maggiore consapevolezza del mezzo cinematografico. In House of evil Boni e Ristori evitano il frenetico ritmo dei precedenti lavori, rinunciano ai dialoghi sboccati e alla violenza gratuita, per realizzare invece un film più intimista e rarefatto. Un film suggestivo che, malgrado l'inevitabile sensazione di déjà-vu, ha il pregio di solleticare la fantasia, deviando poi in un finale (aperto) azzeccato, e in linea con la progressiva e coinvolgente scelta di affondare lo sguardo nel paranormale.
Curiosità
Durante un tentativo di fuga, Kate carica John -in gravi condizioni di salute- sul camioncino e parte per allontanarsi velocemente dall'abitazione: per ben due volte, senza logica spiegazione, dopo aver percorso un tratto di strada si ritrova sempre davanti alla casa. Scena probabilmente ispirata da una analoga sequenza presente in un film del ciclo "Lucio Fulci presenta" (Il fantasma di Sodoma, 1988).
"Se riandiamo con la mente alla storia passata dell’uomo, troviamo, tra molte altre convinzioni religiose, una fede universale nell’esistenza di fantasmi o esseri eterei che sono vicini agli uomini ed esercitano su di essi un’influenza invisibile ma possente. In genere si crede che tali esseri siano spiriti o anime dei trapassati." (Carl Gustav Jung)
F.P. 09/01/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'21") / Data del rilascio in Inghilterra: 27/05/2017 / Titolo iniziale Execration / Budget stimato: 500.000 dollari
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta