Regia di Roy Ward Baker vedi scheda film
Padre Michael arriva in uno sperduto villaggio messicano a rilevare il suo pavido predecessore, che non ha mai osato opporsi alle prepotenze del boss Valentino (ma nell’originale ha un nome ancora più ridicolo, Anacleto). Filmaccio bolso, inerte, prolisso e declamatorio. Come da manuale, i due rivali si rispettano reciprocamente: uno agisce con pacatezza, ma ogni tanto non disdegna di usare le mani come don Camillo; l’altro (sempre vestito di nero, per far capire a chiunque che è lui il cattivo) è un subdolo miscredente, ma passibile di conversione. Valentino ammazza la gente seguendo l’ordine alfabetico (!!), e più in generale banditi e poliziotti gareggiano in stupidità. Poi, nella seconda parte, fermi tutti: tocca sorbirsi le vicissitudini sentimentali di una biondona, che innescano un contorto gioco di ricatti. Solo negli ultimi minuti ci si ricorda che siamo in un western, e se Dio vuole (è proprio il caso di dirlo) uno scontro a fuoco fa piazza pulita. Alla scuola di regia Baker deve aver saltato parecchie lezioni, dato che il suo repertorio si limita a primi piani e controcampi; ma anche gli attori non scherzano quanto a inettitudine. Un soggetto simile, nelle mani dei Monty Python o almeno di Bud Spencer e Terence Hill, avrebbe prodotto buoni risultati: invece ne è venuto fuori un perfetto esemplare di comicità involontaria.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta