Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film
Lungo cinque o sei atti che si sviluppano lungo oltre due ore e venti di narrazione, i registi fratelli Anthony e Joe Russo, abbandonato almeno per un attimo il mondo Marvel dei Supereroi, si concentrano a raccontare la storia di vita di un ragazzo conosciuto come Cherry, che, abbandonati gli studi e deluso da una storia d'amore andata apparentemente male, si arruola nell'esercito come soccorritore, venendo assegnato tra le truppe militari in missione in Iraq, e devastato dall'esperienza, incapace di ritagliarsi un proprio posto nella società americana, da sempre emblema del successo a tutti i costi in cambio della semplice costanza e buona volontà, peraltro al ragazzo piuttosto ben note.
La spirale nel mondo della droga lo travolge, trasformandolo in un rapinatore seriale di banche, tra l'altro piuttosto fortunato, considerati i numerosi colpi che il ragazzo riesce a mettere a segno senza ricorrere a violenze particolari nei confronti del personale-
Una discesa negli inferi della dipendenza che porterà alla deriva la coppia, ed in galera lui, in modo da consentire ad entrambi di disintossicarsi e, forse, di riuscire a ricominciare.
Tom Holland, ovvero il mite e “doubleface” Peter Parker/Spiderman della più recente serie (la terza) dedicata all'eroe e presente pure (in modo completamente arbitrario ed apocrifo) tra gli Avengers, si impegna come e più che mai, e la sua interpretazione convince, così come quella della sua partner, la bella e minuta Ciara Bravo.
Il film, tuttavia, risulta, pur nella innegabile solidità tecnica e visiva con cui è stato girato, ormai un marchio di fabbrica dei due famosi e apprezzati cineasti milionari (in termini di spettatori e seguito di spettatori certamente) di una lunghezza estenuante, prolisso e pedante (fastidiosissima la reiterata, incontenibile tendenza del protagonista a raccontare la sua concitata e drammatica vicenda vivendola di persona, ma con lo sguardo diretto e confidenziale sullo spettatore) nella misura in cui i fratelli del super cinema action ci raccontano tante cose, ma tutte già viste in molti altri capostipiti del cinema drammatico e di guerra, inerenti il mondo della dipendenza e delle difficoltà di reiserimento dei reduci di guerra, rendendo questo Cherry solo e semplicemente un capitolo di disintossicazione personale dei due da supereroi, ma non proprio un film memorabile di denuncia e di riflessione su una generazione, una categoria di eroi dimenticati, e su un baratro che non lascia altre soluzioni se non quella estrema, senza soluzione, o la rinascita, nel tipico esempio del riscatto a stelle e strisce di cui si è occupato già molto (forse troppo) cinema americano.
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