Regia di Ken Loach vedi scheda film
Un ritratto crudo, amaro e incredibilmente poetico e toccante di una parte di società britannica.
Loach tratteggia un ritratto crudo, amaro e incredibilmente poetico e toccante di una parte di società britannica; la parte in cui vivono gli ultimi, i miserabili, i derelitti che sopravvivono grazie al sussidio e a poche altre gioie e a cui, purtroppo, nonostante gli sforzi e l'energia, sembra negata ogni possibilità di cambiamento e di riscatto. Tra questi c'è Joe, un ex alcolizzato senza lavoro ma pieno di voglia di vivere, che pare non abbia nessuna voglia di arrendersi al suo destino. Joe ha il suo piccolo universo sereno composto da una squadra calcistica che allena e da una nuova compagna e tutto ciò sembra una vera luce dopo un passato burrascoso e il degno compenso di tutti i suoi sforzi per tirarsene fuori. Tuttavia anche lui finirà nei guai per aiutare un amico ex tossico e perderà praticamente ogni cosa in quanto, come dice lui in una scena, non tutti hanno una scelta e tantomeno quelli come lui.
My name is Joe è un ritratto triste e pessimista di una società decadente, chiusa e diseguale dove, accanto a un apparente benessere, sopravvivono mostruose sacche di malessere e povertà.
Il finale è bellissimo e lascia aperte varie alternative, chiudendo degnamente un film che lascia un segno profondo nello spettatore.
Splendidi tutti gli attori.
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