Regia di Antonio Brandt (Monte Hellman) vedi scheda film
Il film firmato per motivi sindacali dall'aiuto regista Antonio Brandt è a tutti gli effetti di Monte Hellman e lo si può evincere dalla consueta attenzione ai personaggi e dalla voluta mancanza di spettacolarità. Hellman in trasferta italiana tratteggia un western crepuscolare, pessimista e antieroico la cui chiave risiede nel personaggio fordiano del giornalista interpretato dal grande Sam Peckinpah che offre vanamente al protagonista la possibilità di diventare una leggenda. Un film fuori dal tempo e dalle convenzioni come sembra indicare lo stesso titolo originale "China 9, Liberty 37" scritto su un cartello che rimanda a distanze chilometriche.
Il pistolero Clayton Drumm (Testi) viene graziato dalla condanna a morte ma dovrà far fuori il contadino Matthew (Oates), che non vuol vendere il proprio terreno alla ferrovia. Non lo ucciderà ma fuggirà con la di lui moglie(Agutter)diventando il bersaglio dei killers al soldo della ferrovia.
Bella di una bellezza non travolgente ma buca lo schermo.
Titanico come sempre.
Stranamente credibile come non sempre gli è capitato.
crepuscolare e nichilista. Un grande
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