Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
Pur diretto da uno specialista del melodramma hollywoodiano, il film rende appieno l' atmosfera di amorale cinismo e cupo romanticismo che caratterizza l'opera di Faulkner.
Fresco reduce da un incontro letterario con Faulkner (L'urlo e il furore) mi imbatto casualmente in un film, peraltro atteso da anni, e finalmente trasmesso in prima serata, basato su un suo racconto. Conoscendo Faulkner e conoscendo il regista Douglas Sirk, specialista del melodramma moralista (suo il famoso Lo specchio della vita), sono partito con un misto di curiosità e scetticismo, motivato proprio dalla differenza di prospettiva dei due autori. Devo dire però che il risultato non delude affatto, anzi, merito forse anche della sceneggiatura di George Zuckerman, apprezzata dallo stesso Faulkner, e di un bel cast già collaudato da Sirk in Come le foglie al vento (anche se Hudson e la Malone sono un po' troppo telegenici), il film rende appieno l' atmosfera di amorale cinismo e cupo romanticismo che caratterizza l'opera di Faulkner. E, soprattutto, lo fa senza dilungarsi un minuto di troppo. Resta solo un dubbio, non troppo atroce: se lo avesse diretto Aldrich o Mankiewicz sarebbe cambiato qualcosa?
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