Regia di Jean Negulesco vedi scheda film
L’idea è quella di usare il “Titanic” solo come uno sfondo, poiché il vero scopo del film è narrare la storia di un matrimonio in crisi. Almeno così si giustifica il totale disinteresse per la nave. Ma a mio parere non si può servirsi di questa tragedia solo come un fondale. Il “Titanic” dev’essere per forza il protagonista di un film che tratta di se stesso, altrimenti non avrebbe senso. Così, se da un lato abbiamo l'oscar per la sceneggiatura, dall’altra si cade inevitabilmente nel banale, con un povero “Titanic” irriconoscibile nell’ambientazione fasulla dei saloni e negli avvenimenti storici (mancano perfino Bruce Ismay e Thomas Andrews), al suono di un’improbabile sirena d’allarme che nell’intento di essere drammatica riesce solo ad essere ridicola. Però, il momento dell’addio tra i due protagonisti è straordinario, perché l’emozione scaturisce dall’epilogo della loro storia privata e non solo dalla paura per l’affondamento.
Finale scenograficamente inguardabile.
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