Regia di Claudio Bonivento vedi scheda film
Federica Angeli è una giornalista del quotidiano La Repubblica. Vive ad Ostia e non rimane indifferente alle angherie che commercianti, gestori di lidi e cittadini in genere, sono costretti a subire dai criminali del clan Costa. Raccoglie alcune testimonianze delle loro malefatte, ed inizia a denunziarle, tramite le colonne del proprio giornale e presso le forze dell'ordine. Ciò le attira contro le sgradevoli attenzioni del clan, che la minaccia con una violenza tale da imporle di vivere sotto scorta. Ciò sconvolge la sua vita e quella di chi le è intorno. Questo film racconta la vicenda, vera ed attuale, della giornalista di La Repubblica, costretta, a causa del proprio impegno professionale e civile, a convivere ormai da anni con la paura di subire la ritorsione dei malavitosi. La pellicola non scende nei dettagli delle vicende giudiziarie che hanno portato a ondate su ondate di arresti; racconta la Federica Angeli non solo giornalista, ma anche donna, madre, figlia ed amica. Animata da uno spirito fiero che le rende insopportabili le ingiustizie, pone volontariamente a rischio la propria vita, e, inevitabilmente, quella delle persone a lei vicine, delle quali non tutte condividono il suo impegno, o perchè timorose della vendetta, o perchè convinte che nulla possa cambiare, o, infine, perchè in assoluta malafede. Federica rompe quel muro d'indifferenza che ha permesso al clan Costa (nella realtà è il clan Spada) di prosperare, e, nonostante i molti intralci che le vengono posti sul percorso, è chiamata in tribunale ad offrire la sua testimonianza contro i malviventi. Apprezzabile, nel ruolo della coraggiosa giornalista, Claudia Gerini; una donna tormentata, che viene lentamente isolata dalla propria comunità, tanto da porla ne dubbio circa l'opportunità delle proprie scelte, ma tenace fino all'ultimo nel sostenerle; valida, inoltre, l'interpretazione dei "cattivi", o ceffi rozzi e prepotenti, o infidi "colletti bianchi". Le ambientazioni sono ristrette al quartiere-città di Ostia, con i suoi palazzoni brulicanti di vita, e la bellezza del mare nascosta ai cittadini da stabilimenti balneari fatiscenti e un muro che costeggia il lungomare. Un appunto che mi sento di muovere al regista è di aver realizzato un film troppo "didascalico". Quasi tutti i ruoli sono perfettamente definiti, tanto per atteggiamenti, quanto per azioni che i personaggi compiono. Ciò "patina" i fatti mostrati sullo schermo con un velo di irrealtà, ma ha il pregio di rendere pienamente comprensibile l'opera anche a spettatori poco avvezzi al genere. Un film, pertanto, educativo, che ha il pregio di celebrare il valore della giornalista romana e raccontare una recente e sgradevole pagina di realtà.
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