Regia di Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi vedi scheda film
Giuseppe (Peppino) Garibaldi ci riprova... e sempre e solo per amore.
Dopo l'esperienza vissuta intensamente in qualità di Presidente della Repubblica, ritroviamo otto anni dopo l'uomo nel suo ritiro montano presso un idilliaco chalet con moglie bellissima ma in imbarazzo in quei luoghi per lei davvero poco consoni, e l'intelligentissima e brillante figlioletta che adora mimare i discorsi del padre.
Stavolta l'uomo, semplice e bonaccione ma limpido, verrà messo alla testa dell'organo esecutivo, come figura sacrificale e di pura immagine, al servizio dei due biechi burattinai reali, capi partito a cui ogni riferimento è tutto fuorché casuale.
Probabilmente a causa di risultare inevitabilmente il tutto una pasticciata parodia cinematografica, scontata e sin troppo facile, di una triste parodia tristemente reale dell'attuale situazione politica che caratterizza la nostra squadra di Governo, Bentornato Presidente si rivela, già dai primi passi, vittima di un ostentato buonismo e "sempliciottismo" di fondo, che rendono la produzione davvero risibile, se non insopportabile nella sua prevedibilità di scrittura, ove ogni gag non presenta mai il minimo appiglio di sorpresa, preceduta ampiamente da una pedante prevedibilità che le cronache quotidiane ci insegnano ormai da tempo.
Se la regia passa di mano da Riccardo Milani alla coppia Fontana/Stasi, responsabili del fortunato Metti la nonna in freezer, e qui solo diligenti, è il copione stracco e son troppo facile che non funziona e rende inerte anche un cast di attori e caratteristi piuttosto consistente, nel quale si conferma Claudio Bisio nel ruolo surreale (ma anche un po' patetico ed inebetito) dell'imbarazzante ed imbarazzato protagonista, mentre nel ruolo della compagna Janis Clementi, Kasia Smutniak viene sostituita dalla non meno avvenente Sarah Felberbaum.
A poco servono per il beneficio della deludente pellicola, gli interventi frizzanti di Pietro Sermonti e Ivano Marescotti, mentre poco più che macchiette da Bagaglino appaiono gli altrimenti validi Paolo Calabresi e Guglielmo Poggi, impegnati nei panni dei noti esponenti di partito impegnati a governare dietro le quinte di un paese allo sfascio.
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