Regia di Antonin Baudry vedi scheda film
"Ci sono tre tipi di uomini: i vivi, i morti, e quelli che vanno per il mare" . Cit. da Platone, ma che nel film, se non ho preso un abbaglio (eventualità probabile), viene attribuita ad Aristotele.
Guerra acustica, suono assoluto.
Un sommergibile nucleare prende il largo pronto a sparare un missile che potrebbe condizionare le sorti del pianeta.
Tra l'equipaggio, un marinaio dall'udito fuori del comune, soprannominato Chanteclair storpiando il suo vero cognome che suona come Grandchamp.
-"Sento un aumento del rumore di fondo.... Ma nessuna informazione"
-"Nessuna informazione è una informazione"
..... e ancora...
-Forza Chanteclair! In punto di morte l'unica soddisfazione è l'attacco"
.... fino a...
-"Non ci restano che le sue orecchie per uscirne"
... e via così fino al delirio...
All'interno di un sottomarino francese impegnato in complesse missioni di "dissuasione nucleare", tutto poggia sulle capacità fuori del comune che risiedono in un semplice marinaio (lo interpreta dignitosamente Francois Civil), dotato tuttavia di un udito eccezionale, che lo rende persona cardine di quel microcosmo tattico e bellico, permettendogli di riconoscere ogni più lontano rumore di sottofondo, decifrandone esattamente i dettagli e le caratteristiche: l'uomo che ogni sottomarino dovrebbe avere con sé per compensare le inevitabili falle delle strumentazioni anche più sofisticate. Peccato che anche costui commetta un errore, e che, nel tentativo di trarre in salvo il proprio sottomarino e l'equipaggio che condivide la missione insieme a lui, non faccia che pregiudicare la situazione arrivando a creare le condizioni per uno scontro tra giganti del mare all'interno di forze di fatto alleate, che potrebbe anche causare una guerra nucleare.
Di film ambientati negli inquietanti e claustrofobici interni di sottomarini ne è pieno il cinema sin dai tempi dei film di guerra e propaganda diretti dalla celebrata coppia Powell & Pressburger.
Antonin Baudry, ex diplomatico francese negli Usa, ma pure sceneggiatore francese di fumetti al suo debutto nella direzione di un film, vuole indubbiamente fare l'americano, e fornisce al film una indubbia impronta internazionale e di largo respiro che non si fa intimidire dalle anguste e spettrali, contrastanti atmosfere labirintiche presenti all'interno del sottomarino al centro del contendere.
Ma la storia appare goffa, non ne parliamo quando il film fuoriesce dagli abissi per infiltrarsi tra le lenzuola di una storia amorosa che coinvolge il nostro eroe con la bella di turno (una sprecata Paula Beer), simulando sentimentalismi svenevoli a cui solo filmacci di cassetta alla Top Gun riusciva a non evitare.
Ma è anche e soprattutto inevitabile rimarcare l'imbarazzo con cui attori famosi ed altrove bravi come Reda Kateb, Omar Sy, e persino Mathieu Kassovitz, vengono coinvolti forzosamente ed a scopo di pura vetrina all'interno della storia: quasi tutti fuori parte, Sy in testa, non possono che minimizzare l'imbarazzo che i rispettivi ruoli riescono a creare all'interno del contesto narrativo.
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