Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Un ricchissimo imprenditore e playboy insaziabile dimentica il telefono nei bagni dell’aeroporto. Gli inservienti lo trovano e se lo tengono, godendosi la bella vita del legittimo proprietario fino al suo ritorno. Il miliardario realizza allora quanto sbagliata fosse la sua vita fino a quel momento.
La buona notizia relativa a questo film è che finalmente il tanto vituperato e demonizzato Fausto Brizzi, dopo le infamanti accuse di stupro e violenza sessuale rivelatesi false, è potuto tornare a girare (e a comparire nei crediti del lavoro, a differenza del precedente Poveri ma ricchissimi, 2017); purtroppo però è l’unica buona notizia. Perché Modalità aereo non fa altro che ricalcare i soliti stereotipi abusati della commedia sguaiata di questi anni, con un paio di mattatori di terz’ordine – Lillo e Paolo Ruffini: capiamoci – a sostenere sulle loro fragili spalle l’intero peso di cento minuti di gag stantie incastonate in una trama dall’andamento largamente prevedibile. Insomma: è un film di Fausto Brizzi. Che infatti ne firma la sceneggiatura, insieme a Herbert Simone Paragnani e al già citato Ruffini; nel resto del cast non spiccano nomi di evidente valore, nemmeno in parti minori: i principali sono Violante Placido, Caterina Guzzanti e Dino Abbrescia, con una simpatica comparsata da parte di Sabrina Salerno nella parte di sé stessa. Al di là delle palesi falle logiche disseminate ovunque e della semplicità con cui vengono gestiti gli snodi centrali della trama, sulle quali si potrebbe anche chiudere un occhio dato il contesto ridanciano, Modalità aereo lascia realmente perplessi per la sua inconsistenza sostanzialmente assoluta. Difficile anche trovare un solo spunto interessante o per lo meno capace di suscitare una risata di gusto. Fra i due protagonisti meglio Lillo, macchietta monodimensionale ma indubbiamente attore. 2/10.
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