Regia di Fausto Brizzi vedi scheda film
Riuscita commedia brillante sui pericoli derivati dall'improprio uso dei social.
Diego Gardini (alias Paolo Ruffini) è un rampante tycoon che opera nel settore vitivinicolo, si gode la vita di notte tra escort e festini mentre di giorno fa del suo meglio per mandare avanti la sua florida attività. Separato dalla prima moglie, ha ‘parcheggiato’ il figlio in un esclusivo collegio svizzero ‘’dove si sfornano per lo meno ministri’’.
In occasione dell’imminente Natale si vede costretto, per un impellente viaggio di affari con destinazione Sidney, a rinviare ‘il tempo da passare insieme’ che continua a promettere al giovane e riccioluto rampollo.
All’interno di un bagno dell’aeroporto di Fiumicino, dopo un diverbio con due addetti alle pulizie (Pasquale Petrolo e Dino Abbrescia), dimentica la ‘scatola nera dell’esistenza’: il suo costoso cellulare e da quel momento inizierà il proprio tracollo sociale e finanziario. Difatti, un po’ per vendetta ed un po’ per rivalsa dallo ‘status’ di ‘sturacessi’, i due co-protagonisti (Lillo e Dino Abbrescia), venuti in possesso dell’iphone del manager, faranno di tutto per infangargli la reputazione, con l’invio di tweet e post compromettenti nonché tramite l’uso degli account agganciati alle carte di credito che gli permettono spese folli.
Da far notare la presenza nel cast di Caterina Guzzanti come moglie di Lillo e di Violante Placido come hostess sui generis e dalla corta acconciatura che si fa notare per bravura ma soprattutto per una bellezza ‘imbarazzante’.
Divertente commedia dal tema di fondo così attuale del potere dei social, sulla semplicità con la quale è possibile infangare la reputazione delle persone ed il potere nefasto che possono avere le (incontrollabili) fake news.
Tutto ciò grazie a quel diabolico mezzo che è il cellulare: diventato, purtroppo, un moderno ed inseparabile feticcio.
Temi particolarmente sentiti dal regista del film Fausto Brizzi che ha visto la propria esistenza prendere una brutta piega causa il dileggio morale subito dopo le infamanti accuse di stupro a cui è stato colpito nei mesi scorsi quando, dopo la causa penale, ha saputo dimostrare la propria innocenza.
Visto in anteprima allo Space Cinema, onestamente senza grosse aspettative ed in compagnia dell’utente Mike Wazowski, dove abbiamo dovuto ricrederci apprezzando le svariate e ben realizzate gags nelle quali il vero mattatore risulta l’ottimo Lillo coadiuvato dalla spalla Dino Abbrescia che si conferma valido caratterista.
Una volta tanto Paolo Ruffini si vede costretto a recitare un personaggio dal carattere più compassato, ben per noi, cosicché per 3 / 4 della pellicola sostiene la parte dell’antipatico imprenditore costretto com’è all’interno di un volo transoceanico dove, nel frattempo e senza che possa fare nulla, la sua vita virtuale e reale viene stravolta.
Grazie ad un soggetto con un bel ritmo e soprattutto con dei salti di ‘prospettiva’ e di ruolo ben congegnati e realizzati, ci pare di assistere ad una commedia americana tipica degli anni 80-90, dove il ‘meccanismo ad orologeria’ fa sì che lo spettatore non abbia nemmeno un attimo di calo dell’attenzione per un plot ben congegnato e privo com’è di quei buchi di sceneggiatura e di fastidiose pause che si notano spesso nelle nostre commediole ‘dal fiato corto’ che faticosamente raggiungono i 90 minuti di durata minima ‘garantita’ (in questo caso si raggiungano i 100 minuti).
Da far notare la brillante idea di inserire dei divertenti intermezzi ‘canterini’ per voce di Lillo che si troverà ad interpretare dei classici ‘nazionalpopolari’ che ricordano, come si dice nel film, i ‘musicarelli’ della tradizione del cinema di genere degli anni 60 e 70.
Unica nota stonata, a mio personalissimo parere, alcune volgarità gratuite, soprattutto verbali, che potevano benissimo esserci risparmiate!
Ricco di momenti comici, nei quali il pubblico ride di gusto, questo ‘Modalità aereo’ ha soprattutto il pregio di risultare l’ennesimo spunto di riflessione sugli effetti che le distorsioni della ‘virtual age’ possono avere ed in taluni casi causare anche eventi infausti incontrollabili dall’effetto deflagrante semplicemente con l’invio di un, all’apparenza innocuo, tweet.
Sono così rare le commedie brillanti italiane che ‘funzionano’ come questa che abbiamo il dovere morale di sostenere, e credetemi mai avrei pensato di apprezzare e lodare un film con la presenza di Paolo Ruffini come protagonista!
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