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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità

Regia di David Pujol vedi scheda film

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La recensione su Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità

di alan smithee
7 stelle

"La morte mi fa paura, ma la considero un avvenimento estraneo alla vita di Salvador Dalì", diceva l'artista a proposito di se stesso.

Il documentario di David Pujol sceglie di partire dal lato intimo ed intimista del celebre ed estroso pittore, quello strettamente personale che lo ritrova ragazzo di Figueres, terra di confine spagnola con la Francia, intento a trascorrere sereni periodi estivi nella casa al mare del borgo marinaro di pescatori ameno conosciuto come Portligat, sempre proteso a dipingere quadri e vedute paesaggistiche, o ritratti della sorella minore che lo adorava. Poi la maturità che lo vide avvicinarsi alla scuola di pensiero dei "surrealisti", che lo portò ad allontanarsi in malo modo dall'ambiente familiare fino a quel momento idillico, quando il padre notaio lo diseredò di fronte al comportamento scellerato e pubblico della sua provocatoria opera in cui annunciava di intendere "sputare dinanzi al ritratto della madre", peraltro amata.

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

A nulla valse la replica del giovane aspirante artista in cui spiegava di aver voluto mettere alla prova il proprio istinto di provocazione, quasi come banchetto di prova per poter essere accolto nella nuova cerchia culturale ed artistica surrealista, che radunava in Parigi i suoi più illustri esponenti.

la storia di vita di Salvador Dalì si evolve di pari passo con l'unica casa di cui risultò mai intestatario, che nacque come magazzino di barche nel porticciolo di Portligat - 22 metri quadrati di abitativo riadattato per le esigenze dell'artista e della sua musa, per poi espandersi "cellularmente" sino ad includere poco per volta tutte le case del medesimo borgo, fino a creare, con un sostanziale abuso edilizio, un'opera d'arte perennemente "work in progress" che si presenta in perfetta sintonia con le caratteristiche dell'opera del maestro.

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

Ci parla di tante cose, questo intenso documentario incentrato sull'eccentrico pittore, e che parte da una intervista che il regista intraprende, a scopo documentativo, con la tenace responsabile della Fondazione Dalì ed un paio di suoi collaboratori.

Ne emerge uno studio introspettivo in cui mai come ora emerge quel lato umano ed affettivo così importante e vitale per l'ispirazione di cui poté godere l'artista. E molto del merito della sua vorticosa, eccentrica e suggestiva creazione artistica, fu merito di una donna, una vera e propria musa: l'artista di origine russa conosciuta come Gala, di dieci anni più anziana del suo amante, donna bella, disinvolta, a volte sin spregiudicata, in grado di coltivare nell'artista e assecondare la fantasia e l'estro del grande pittore.

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

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Salvador Dalí. La ricerca dell'immortalità (2017): scena

Una donna che rinunciò per lui a creare ella stessa arte, per divenire la sua ispiratrice, ma anche la sua contabile, l'agente unica dell'artista, colei che finì per occuparsi di tutte le questioni pratiche anche complesse che ruotarono attorno alla multiforme sfaccettata figura d'artista.

Una testimonianza dettagliata, intima, sin emozionante, in grado di restituirci un artista profondo ed emotivamente intenso, prima ancora che bizzarro e genialoide come è sempre apparso a tutti coloro che hanno potuto considerarlo solo in superficie, senza tener conto dei valori e delle caratteristiche di una vita privata piena di emozioni, e vissuta molto intensamente, in perfetta sintonia con la propria vorticosa produzione artistica.

 

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