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Top Gun: Maverick

Regia di Joseph Kosinski vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Top Gun: Maverick

di alan smithee
5 stelle

locandina

Top Gun: Maverick (2021): locandina

FESTIVAL DI CANNES 75 - FUORI CONCORSO/AL CINEMA
"Coraggio Mav! Non pensare, agisci!"
Sono passati ben 36 anni da quel film smargiasso e retorico, nonché tronfio ed insopportabile che lanciò Tom Cruise nell'olimpo delle star di primo livello nel panorama hollywoodiano di metà anni '80.
Uno status che l'abile Tom è riuscito a mantenere intatto fino ai nostri giorni.
Intatto come il fisico prestante che la star, ormai sessantenne, ostenta sul tappeto rosso della Croisette a dispetto di tutto il mondo che gli sta attorno, che, a differenza sua, invecchia e perde colpi (tranne Jennifer Connelly, che riesce, se possibile, a far meglio  anche rispetto a lui).
Stavolta Pete Maverick viene incaricato di addestrare una manciata di allievi tosti dell'accademia Top Gun, impegnati a prepararsi in vista di una missione segreta. Tra costoro è presente l'ambizioso tenente Bradshaw "Rooster" (Miles Teller), figlio dell'ex compagno di Maverick "Goose", a cui il veterano promise di tenerlo fuori dai giri pericolosi dei piloti in missione.

Tom Cruise

Top Gun: Maverick (2021): Tom Cruise

Jennifer Connelly

Top Gun: Maverick (2021): Jennifer Connelly

Defenestrato dal progetto per le solite ingerenze di potere, Maverick saprà rientrare in missione mettendosi in gioco dal vivo, non senza curarsi di portare avanti una nuova stimolante storia d'amore con una splendida ex fiamma e ora mamma cinquantenne che ne dimostra trenta scarsi (la Connelly, creatura di un'altra galassia), e salutare con onore il suo vecchio e sfortunato collega Iceman-Tom Kazinsky, reso con dignità da un Val Kilmer realmente sofferente.
Diretto con piglio impeccabile dal bravo Joseph Kosinski (già alle prese con Cruise nel discreto Oblivion del 2013), questo tardivo secondo Top Gun riconferma la sostanziale sterilità asettica di un personaggio tecnicamente perfetto, ma anche asessuato ed espressivo alla stregua di un Big Jim, che il divo Cruise si ostina a disegnare attorno al suo Maverick.
Certo il film appare meno tronfio e pieno di sé del gasatissimo e fastidioso originale, ma da qui a commuoversi, o peggio ad esaltarsi, ce ne passa davvero. 
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