Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
Dal classico della letteratura italiana moderna di Vasco Pratolini, autore che nel dopoguerra fornì materiale per lungometraggi importanti come risultarono anche "Le ragazze di San Frediano" e "Cronache di poveri amanti", forse il titolo più celeberrimo degli adattamenti dei libri dello scrittore fiorentino. Storia di due fratelli perdutisi e ritrovati, per via della miseria e degli accadimenti tortuosi sullo sfondo dell'Italia fascista proiettata verso il secondo conflitto mondiale, "Cronaca familiare" è molto concentrato sul rapporto tra Enrico, giornalista di sinistra, e Lorenzo, cui era andata meglio inizialmente, essendo stato preso da una famiglia borghese, ma viziato fino a diventare un giovanotto imbelle e passivo, e la complessità di una fratellanza quasi di peso ma indissolubile viene esplorata dalla sceneggiatura e dalla regia con sensibilità e una coscienza di un sentimento forte quanto doloroso così intensi, da risultare toccanti. Il passo scelto da Zurlini è dolente fino dalle prime inquadrature, che in realtà raccontano la conclusione della storia, e la narrazione procede riprendendo le fila da quando i due coprotagonisti, bambini, vengono divisi. Se al regista c'è da fare un appunto, è sulla scelta di sottolineare, fin troppo, con una musica melodrammatica quasi ridondante, ogni scena, ma per il resto "Cronaca familiare" è un film da vedere, cui l'interpretazione sofferta e calibrata di un Marcello Mastroianni impasta rancore tenuto a freno, affetto appena celato, e la frustrazione di non potere rimediare alle svolte più tristi, giova enormemente. Certo, Zurlini è stato un autore capace nel dramma, quanto ingiustamente poco ricordato da cinefili, però gli va riconosciuta una mano nel raccontare i drammi di legami e la vulnerabilità di certe sensibilità fin troppo scoperte, rara da riscontrare.
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