Regia di Michael Dougherty vedi scheda film
Ritorna il lucertolone giapponese Godzilla, cinque anni dopo la sua ricomparsa nelle sale americane.
Ritorna il lucertolone giapponese, cinque anni dopo la sua ricomparsa nelle sale americane, anche se il regista è cambiato e Godzilla si vede molto di più, rispetto alla pellicola del 2014. Affronta altri mostri già visti in vecchie pellicole giapponesi, dove c'erano effetti speciali più casarecci e degli stuntman che indossavano costumi di gomma che si davano mazzate distruggendo le città.. Se gli scontri fra mostri (spiccano la farfalla Mothra, il rapoace Rodan e l'alieno a tre teste King Gidorah, che è il vero cattivo della pellicola) sono piacevoli e degni di nota, la cosa che dispiace sono gli intermezzi umani, spesso scontati e pedanti, nei quali però spicca il bravo Ken Watanabe, fan di Godzilla e già comparso nella pellicola del 2014, coadiuvato dalla cinese Ziyi Zhang. Noisa la famiglia di scienziati americani divisi dagli eventi, ma bravo Charles Dance che interpreta un militare inglese molto interessato a queste creature. Un'altra cosa che mi è piaciuta è che i mostri, dagli uomoni orientali, sono considerati delle divinità che hanno governato il mondo in passato e che oggi, che si sono risvegliati dopo un letargo durato millenni, intendono riprenderselo. Godzilla, anche stavolta, è dalla parte degli umani, ma forse è dalla parte di sé stesso, dopotutto cosa possiamo fare noi contro di lui con le nostre bombe atomiche e i nostri aerei stelth? Visivamente un bel giocattolone, ma alla fin fine è solo un f ilm interlocutorio che prepara la strada al prossimo, che però non lesina dolore, divertimento e sangue.
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