Regia di Jonas Carpignano vedi scheda film
Voto: 5, molto a malincuore, perché per tutto il resto c'era materia per un ottimo lavoro.
Come il nonno del protagonista, anche io appartengo a un'epoca passata, forse mai esistita realmente, in cui i film venivano confezionati per offrire il piacere della visione, più che una laboriosa decodifica. Preferisco godermi Mark Twain in una buona traduzione italiana, anziché affaticare la lettura armeggiando col dizionario tra le pagine in lingua originale.
Detto questo, posso comprendere (e per certi versi apprezzare) la scelta di riprodurre fedelmente i mille idiomi di Gioia Tauro, perché lo sforzo dei sottotitoli è compensato dalla resa molto efficace del contesto autentico. Al contrario, non trovo alcun pregio nella traballante telecamera a mano che insegue il protagonista per una buona metà del film, a meno che l'intento non fosse di stordirci e farci abbandonare la sala anzitempo. Allo stesso modo, le scene del furto notturno, peraltro essenziali per afferrare la svolta del film, sono quasi incomprensibili nella loro veste buia e "realista". Mi han fatto venire nostalgia del filtro blu che mettevano sulle cineprese dei vecchi western! Insomma, a mio parere film e documentari sono cose diverse o se preferite: "Le cose o si fanno bene o si fanno come dico io!". Voto: 5, molto a malincuore, perché per tutto il resto c'era materia per un ottimo lavoro.
E potevano risparmiarci la scontatissima (e orripilante) scena di sesso col ragazzino...
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