Regia di Peter Marcias vedi scheda film
Due realtà, due tradizioni apparentemente distanti messe a confronto attraverso una scansione parallela temporale del loro svolgersi: la Quaresima, e la Queeresima. In comune, la passione per una cultura della vicinanza e dell'aiuto. Non poco in un momento in cui altri e meno nobili valori sembrano volersi imporre definitivamente.
Con Silenzi e Parole Peter Marcias prosegue nel suo percorso di ricerca e approfondimento di un’umanità varia e multiforme, rappresentativa, sempre, della complessità insita nell’essere. E lo fa, anche questa volta accostandosi a persone che la visione “mondana” tende a chiudere, per comodità, nelle strettoie di scomode categorie. Significativamente il film “riparte” dal porto di Cagliari, dove il regista ci aveva lasciati con “La nostra quarantena”. A Cagliari, a breve distanza dall’approdo, fervono i preparativi di due “cerimonie” di elevata intensità emotiva e culturale: la Quaresima e la Qeeresima, quest’ultima frutto dell’impegno dell’associazione Arc nella sensibilizzazione civile sui temi socio-relazionali dell’omosessualità e di altre “diversità di genere”. La classica cerimonia religiosa viene seguita nel suo iter più scarno e autenticamente cristiano in seno all’ordine dei Frati del convento dei Cappuccini, interpreti umanissimi dello spirito francescano e intensamente protagonisti di una storica devozione, struggente e autentica, della comunità cittadina. Due viaggi dunque apparentemente distanti e paralleli ma nella realtà strettamente legati da una visione del mondo genuinamente e “finalmente” inclusiva. Marcias, alle prese con un compito apparentemente ostico, si muove con estrema delicatezza e rispetto, tanto da offrirci un percorso equilibrato, attraverso un armonico montaggio alternato. Il suo è un pro-tendersi curioso e garbato verso queste persone di ogni età che esprimono, attraverso itinerari accidentati e le naturali incertezze della loro umana quotidianità, un vigoroso bisogno di andare oltre lo scontato, di com-prendere e non con-tendere, di essere vicini e utili concretamente al prossimo. L’approdo, significativamente inclusivo, è rappresentato dalla sera del Venerdì Santo, durante la quale due fiaccolate percorreranno la città, a ricordare l’una il sacrificio e le sofferenze umane di un Gesù vittima dell’odio, l’altra le attuali strazianti persecuzioni e sacrifici in tutto il mondo delle tante vittime del razzismo e omofobia.
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