Regia di Nicolas Pesce vedi scheda film
"Tutto in una notte" in versione squisitamente pulp. Alla seconda regia, Nicolas Pesce realizza un ironico dramma, confezionato in perfetto look Anni '70. Per l'occasionale cita De Palma con l'uso dello split screen, e omaggia il cinema italiano con le musiche di Cipriani, Nicolai e i Goblin.
Reed (Christopher Abbott), padre di un bambino appena nato e felicemente sposato con Mona (Laia Costa), coltiva nel profondo il desiderio di ripetere un'esperienza estrema, già provata in adolescenza: uccidere una donna. Con la complicità della moglie, sceglie di mettere in atto un delitto a sfondo sadomaso, all'interno di un anonimo motel, e per l'occasione chiama una prostituta. All'appuntamento si presenta Jackie (Mia Wasikowska), ragazza problematica che scombina i piani di Reed con atti di autolesionismo. Dopo essersi ferita ad una gamba con un paio di forbici, costringe Reed ad accompagnarla in ospedale, quindi a casa sua.
Nel 2016 Nicolas Pesce ottiene i favori di pubblico e critica con la coinvolgente opera prima (girata in bianco e nero) dal titolo The eyes of my mother. E di nuovo, alla seconda prova di regia, riesce a sorprendere piacevolmente, questa volta anche (e soprattutto) i nostalgici del cinema di genere Anni '70. Da un racconto omonimo di Ryû Murakami, Pesce scrive una sceneggiatura profondamente dark, non meno che ironica (attenzione: mai però comica o da commedia). Il sarcasmo si manifesta soprattutto nella prima parte, quando la macchina da presa segue le movenze di Christopher Abbott, intenzionato a preparare la scena del delitto: i suoni sopperiscono all'assenza delle immagini, dando un tono fumettistico (per quanto onomatopeico) alla sequenza.
Ma quello che più sorprende di questo interessante Piercing è l'omaggio che Pesce tributa con chiarezza al cinema italiano. I titoli di testa, ad esempio, si aprono sulla graziosa melodia di Stelvio Cipriani (Tentacoli), mentre quando Jackie arriva al motel ad entusiasmare lo spettatore sono le note di... Profondo rosso (abbinate ad un magnifico uso dello split screen, tipico di Brian De Palma). Tocca poi a Bruno Nicolai, con il brano La dama rossa uccide sette volte, più spesso orecchiabile durante la visione. Oltre a contenere Camille 2000 di Piero Piccioni e altri score di Nicolai, Piercing si chiude clamorosamente con il potente ritmo di Simonetti, Pignatelli e Morante, ossia l'indimenticabile Tenebre.
Dopo avere girato il mondo in molteplici festival (anche da noi al Torino Film Festival) finalmente Piercing arriva nelle sale USA in febbraio del 2019. Purtroppo, nonostante Pesce sia stato giustamento gratificato dalla critica, al box office in due settimane di proiezione il film ha incassato l'irrisoria cifra di 16.000 dollari. Pur se la distribuzione capillare cui andrà incontro (Russia, Taiwan, Inghilterra e Portogallo) può in parte riscattare il modesto risultato ottenuto in patria. Al momento il regista è all'opera per un nuovo progetto, l'horror dal titolo Grudge, il cui rilascio è previsto nel 2020.
Amer e Piercing
Nel 2009, prima di Nicolas Pesce, la coppia di registi belga Hélène Cattet e Bruno Forzani realizza Amer, un giallo che omaggia in particolare il filone italiano dei primi Anni '70: per l'occasione l'intera colonna sonora viene completamente riciclata da diverse soundtrack di Stelvio Cipriani e Bruno Nicolai. Addirittura è presente anche quella di Cipriani qui proposta, ovvero Tentacoli (in metonimia di La polizia sta a guardare).
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