Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Nella Toscana di inizio '800 Edoardo (Jean-Hughes Anglade) e Carlotta (Isabelle Huppert), coppia di coniugi felici, mettono alla prova la tenacia del proprio amore impegolandosi in un gioco a quattro con Ottone (Fabrizio Bentivoglio), un amico di Edoardo, e Ottilia (Marie Gillain), figlioccia di Carlotta. Guidata dalle leggi imperscrutabili che governano le "affinità elettive" della chimica, secondo le quali gli elementi si attraggono e si respingono secondo principi ignoti, la coppia si sgretola attratta dal magnetismo dei due nuovi poli. A distruggere definitivamente l'armonia matrimoniale sarà la nascita di un bambino dall'unione dei due sposi: con guizzo fantastico, la vicenda dona al pargolo il crine fulvo di Ottone ed il viso di Ottilia. Il vortice apocalittico che ne segue non mancherà di seminare altre morti, tra cui quella di Edoardo, del bambino e di Ottilia per inedia.
Con la consueta sensibilità verso il paesaggio, i Taviani offrono molte varianti al dramma di Göethe, producendo tuttavia un'opera che lascia sulle quinte le ambizioni filosofiche del romanzo, focalizzando l'attenzione sulla tragicità della vicenda e facendo della materia göethiana l'oggetto "di un'osservazione piuttosto fredda, da laboratorio" (D'Agostini). Il sapore del piatto tavianeo stavolta sa di polpettone. La voce narrante è quella di Giancarlo Giannini.
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